Contemporary Art Magazine
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n.630/99 del 24 Dicembre 1999

GIUSEPPE CARTA – GERMINAZIONI. I DIARI DELLA TERRA

Dal 7 al 28 settembre, per la prima volta, Eataly, lo store del cibo italiano di alta qualità, ospita nei suoi spazi una mostra d’arte figurativa che celebra i frutti della terra e del lavoro dell’uomo: limoni, uva, fichi e melograni, mele e pere, ciliegie e fragole ritratti in una ventina tra oli su tela e sculture in bronzo policrome che mettono in scena lo stretto rapporto fra cibo e arte, nutrimenti per il corpo e per l’anima.
Ideata e organizzata da Arte Contemporanea Italiana, in collaborazione con lo stesso Eataly, l’esposizione esplora, attraverso la pittura e la scultura, la biodiversità del nostro Paese, nel luogo che più di tutti, in questi ultimi anni, ha diffuso e valorizzato nel mondo i migliori prodotti che l’Italia offre.

A fare da padrino all’operazione, un testimonial dell’eccellenza della cucina italiana: lo chef pluristellato Pino Cuttaia che, per l’occasione, omaggia simbolicamente il progetto con uno dei suoi piatti più famosi, la Nuvola di Caprese, la cui ricetta sarà anche presente sul catalogo edito per l’occasione.

In questo mix di ingredienti ideale, a farla da padrona è l’arte di Giuseppe Carta.
La sua pittura esplora da sempre l’intimità della natura, ritraendo frutti e ortaggi nei loro momenti di massimo splendore e potenziale vitale e nutritivo, ma anche nei momenti di caducità, evoluzione e marcimento.
Carta non trascura nulla, consapevole della forza rigeneratrice che anche i frutti ormai deteriorati possono avere, ma soprattutto appassionato della loro bellezza in ogni sua fase.
La scultura ha un ruolo altrettanto fondamentale nel corpus del suo lavoro. A testimoniarlo è l’imponente peperoncino in bronzo policromo che in occasione della mostra è collocato nello spazio antistante all’ingresso di Eataly: Capsica Red Light, questo il titolo dell’opera, con le sue grandi dimensioni (4,5 metri di altezza) e la sua immagine iconica e tradizionale, pop per la sua naturale cromia, sempre attuale e carica di simbolismi tipicamente italiani, introduce perfettamente al connubio, poi svelato all’interno, fra arte e cibo.

Il rapporto di Giuseppe Carta con la natura si traduce in una vera e propria celebrazione, in una ricerca di un realismo più perfetto del reale o forse, proprio perché reale, imperfetto: “Nelle mie opere – afferma Carta nella sua intervista realizzata dallo chef Cuttaia – cerco di raccontare la vita nel suo lento trascorrere e in tutto vi è Bellezza, quella bellezza che però non corrisponde a Perfezione perché la realtà non è perfetta, noi non siamo perfetti, la Natura stessa non lo è. La realtà è apparentemente perfetta ma in verità è ricca di mille sfaccettature. Amo dipingere ogni piega, ogni ruga, ogni imperfezione perché il dato reale, su tutti i possibili contesti di confronto, è sempre quello che ti appaga di più”.

Nato in Sardegna, dove vive e crea le sue opere presso la sua Fondazione sulle colline di Banari, in provincia di Sassari, ha vissuto l’importanza dell’apporto del lavoro rurale e dei suoi frutti nel tessuto economico della sua regione. Anche per questo il suo lavoro non prescinde mai dallo stretto rapporto con la Natura: in veste di contadino, ogni mattina, osserva nei suoi terreni tutte le trasformazioni che sono avvenute durante il giorno.
Da questa esperienza quotidiana nasce il titolo della mostra “I diari della Terra” perché, spiega l’artista, “le mie opere sono racconti e raccolti. Coltivo e curo personalmente un piccolo orto e un grande giardino con frutteto dai quali traggo esclusivamente i miei soggetti”.
Con la Natura, l’artista condivide anche i tempi lenti: nell’epoca del foodporn dove il cibo è ritratto con scatti veloci, condiviso e ostentato, lui, per realizzare le sue opere, adopera l’antica tecnica della velatura, e per le sculture la fusione a cera persa, che prevede lunghe fasi di modellatura, lavorazione e patinatura.

Completa la mostra un catalogo edito da E20 Progetti con un’intervista a Giuseppe Carta realizzata dallo chef Pino Cuttaia.

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1 Marzo 2024

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