Contemporary Art Magazine
Autorizzazione Tribunale di Roma
n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Gregorio Botta, “A cosa aspira l’acqua”

Ginevra Grigolo presenta A cosa aspira l’acqua, la seconda personale di Gregorio Botta nella Galleria Studio G7.
Le sue opere si articolano lungo le pareti in maniera libera, leggera, ponendo l’elemento dell’acqua al centro di un’installazione che sembra quasi il proseguimento della mostra del 2010.
D’altronde l’acqua è uno dei media prediletti dell’artista. Le sue opere sono spesso una riflessione sul tempo che scorre, evocato dal movimento dell’acqua che fluisce nelle sculture, o dall’accensione del fuoco che lentamente si consuma. Ma nei lavori creati per questa mostra l’acqua si trasforma: diventa una sorta di ombra luminosa, una rifrazione, un miraggio. Diventa pura luce.
È un ulteriore passo nel percorso di Botta che tende a creare con le sue opere luoghi silenziosi, evocativi, intensamente meditativi. Quasi fossero spazi di laica sacralità.
Con l’utilizzo di materiali poveri, e naturali, (cera, ferro, lino, cotone, piombo) e di sole tre tonalità di colore – terra verde di Nicosia, rosso Pompei e ocra – Botta continua la sua ricerca del vuoto, evocandolo attraverso l’utilizzo del vetro. È questo il materiale che crea, definisce e rafforza la relazione tra presenza e assenza, tra pieno e vuoto. In un gioco di luci e trasparenze, gli interventi minimi e delicati dell’artista sulla materia creano opere sospese nello spazio, intense e leggere allo stesso tempo.

Gregorio Botta nasce a Napoli nel 1953, vive e lavora a Roma. Tra le mostre personali e le collettive alle quali ha partecipato ricordiamo brevemente le più recenti: Rifugi, Museo Macro, Roma, 2012; Post-Classici, Roma, 2013; Writ in water, Palazzo Te, Mantova, 2014; Un’altra Ultima Cena, Triennale, Milano, 2015; Latidos, Centro di Arte Contemporanea, Lima, Peru, 2016 e poi al Mac e alla galleria Marlborough di Santiago del Cile; Machina a cura di Ludovico Pratesi, Centro Arti Visive Pescheria, Pesaro, 2016. Le sue opere sono inoltre presenti nelle collezioni del Mart di Rovereto, del Musma di Matera, del MAXXI, della GAM e del Macro a Roma, della Bce di Francoforte, del Ministero degli Affari Esteri alla Farnesina, nella Certosa di Padula (SA), e nella metropolitana di Napoli.

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