Contemporary Art Magazine
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n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Maïmouna Guerresi. Rûh / Soul

Con la mostra “Rûh / Soul” la galleria Officine dell’Immagine di Milano ospita, dal 14 novembre 2019 al 18 gennaio 2020, la più ampia personale mai realizzata in Italia di Maïmouna Guerresi, artista italo-senegalese, a cura di Silvia Cirelli.

La mostra ripercorre, con fotografie di grande e grandissimo formato (alcune opere superano i 3 metri di altezza), un video e alcune installazioni, i tratti distintivi della sua vasta carriera artistica, ponendo l’accento su un registro lessicale che combina rimandi mistici e influenze taumaturgiche. La scelta stessa del titolo – l’arabo rûh significa “spirito interiore” – identifica uno stile narrativo che si caratterizza per la spiccata sensibilità contemplativa, da sempre filo conduttore della poetica di Maïmouna Guerresi.
L’artista esplora attraverso la molteplicità dei linguaggi stilistici – dal video all’installazione, dalla fotografia alla scultura – un percorso che trova nell’esaltazione della spiritualità, il motore di ricerca primario.
Nel suo lavoro, il corpo diventa allegoria della dimensione interiore: il corpo come luogo d’incontro di fedi diverse, come manifestazione della forza umana, come dimora sacra in continuo divenire.
Gestualità, cromatismo, scelta degli abiti e degli scenari, costruiscono un istante immortalato nella sua complessa elaborazione che regala ai personaggi una monumentalità quasi eterea, sospesa fra realtà e trascendenza.
Frequenti sono i richiami alla credenza sufi, una specifica pratica mussulmana dal carattere mistico e ascetico che colloca l’uomo al centro dell’universo, in rapporto diretto con il divino.
Questa ricerca d’intimo dialogo con il divino rivendica l’importanza degli elementi naturali come la simbologia dell’albero o del ramo – ben rappresentata in mostra da opere come Flow (Beyond the Border) o Queen Hathun – che diventano ponte metafisico fra il cielo e la terra; ma sorprende anche per l’impiego di altalene, trampolini o sacchi gonfi d’aria, metafore di un processo di sospensione, di sollevamento dal suolo, come nei poetici lavori Red Balance o Swing, anch’essi esposti nello spazio milanese.
Nella sperimentazione di un’umanità universale, dove l’armonia fra culture e fedi diverse prende il posto della paura e della sorda negazione, l’artista conquista un’audacia espressiva carica di seducenti simbolismi e contemplazioni estetiche.

Molto nota a livello internazionale, Maïmouna Guerresi (nata a Vicenza nel 1951, vive e lavora fra l’Italia e il Senegal) è tra i protagonisti dell’attuale Lagos Photo Festival, oltre ad essere inclusa nella collettiva “Modest Fashion” allo Stedelijk Museum Schiedam.
Chiamata a esporre in prestigiosi musei come il LACMA Museum di Los Angeles, l’Institute du Monde Arabe IMA e il Cultural Institute of Islam ICI di Parigi, il KIASMA Museum of Contemporary Art di Helsinki, il National Museum of Sharjah, il National Museum of Bamako o il MACAAL Museum di Marrakech, i suoi lavori fanno parte di grandi collezioni pubbliche come quelle del Smithsonian African Art Museum di Washington, il LACMA Museum di Los Angeles o il M.I.A Minneapolis Institute of Art.

Completa la mostra un catalogo con testo critico di Silvia Cirelli.

NORA comunicazione

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Nello stato solido i costituenti della materia sono legati da forze molto intense che consentono soltanto moti di vibrazione attorno a posizioni di equilibrio; Dalle avanguardie del novecento ad oggi il pensiero creativo ha trasformato la materia in un elemento magico,, talvolta disturbante, ma sempre adatto per una visione sensibile del mondo, che sia reale o immaginario.

15 Settembre 2022

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