Contemporary Art Magazine
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n.630/99 del 24 Dicembre 1999

Mario Nalli | Speco

Mario Nalli con le sue tele monocromatiche dipinte ad olio descrive gli spazi chiusi e freddi della natura interpretati come morbidi panni che disorientano.

Redazione E-zine

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Giovedì 15 dicembre si inaugura a Spazio Menexa la mostra di Mario Nalli “Speco”, è la rappresentazione degli antri rupestri secondo la tecnica pittorica dell’artista, che propone la scoperta degli spazi nascosti e intimi che vengono celati all’interno dell’io più recondito. Le sue tele monocromatiche dipinte ad olio descrivono gli spazi chiusi e solitari della natura interpretati come morbidi panni che disorientano.
Gianni Garrera firma il testo critico, e ci dice che “Mario Nalli ottiene l’equivalenza assoluta tra le pieghe di una roccia e quelle di un broccato, tra i ghirigori di un calcare e di un panno. Se la prima suggestione di Nalli è un riferimento alle pareti della caverna platonica, in cui dovrebbero riflettersi le immagini (cioè le ombre) delle idee, in questa parete di caverna non si riflette alcuna idea, ma le immagini o le idee sono le pieghe e i frastagli della roccia stessa, che non funge da schermo, ma è in se stessa un gioiello.”
L’artista ripercorre la propria strada e per completare l’esplorazione deve inoltrarsi nella propria grotta ed andare in profondità; ci svela la parte nascosta, taciuta, ma capiamo che è necessario l’uso delle forza interiore per arrivarci, è un viaggio mentale che bisogna percorrere in solitudine e che porta in fondo alla caverna dove riposa l’anima autentica e primordiale che ci avviluppa in un effimera e lieve danza di drappi.
Mario Nalli è il settimo artista che interviene nel ciclo di mostre Salto_nel_buio di Spazio Menexa indagando “gli spazi più nascosti e misteriosi dell’Io” ed attingendo al movimento drammatico delle emozioni, trasporta l’osservatore nel suo armonioso, soave e mutevole mondo, e ci rivela l’apertura di uno spazio che nessuna parola può evidenziare o comprendere; una dimensione dove lo spazio sfocato è l’immagine della forza che ritroviamo in ognuno di noi.
La mostra proseguirà fino al 27 gennaio 2017.

Redazione E-zine

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9 Dicembre 2016

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Nello stato solido i costituenti della materia sono legati da forze molto intense che consentono soltanto moti di vibrazione attorno a posizioni di equilibrio; Dalle avanguardie del novecento ad oggi il pensiero creativo ha trasformato la materia in un elemento magico,, talvolta disturbante, ma sempre adatto per una visione sensibile del mondo, che sia reale o immaginario.

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